"E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: "Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta". Allora gli si accostò dicendo: "Rabbì" e lo baciò. Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono. Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio. Allora Gesù disse loro: "Come contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi. Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture!". Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono". (Marco 14, 43-50)
COMMENTO
Drammaticamente realistico e struggente questo pannello che riprende la scena dell'arresto di Gesù preceduta dal bacio di Giuda. E mentre la soldataglia circonda un Gesù assolutamente indifeso, pronta per mettergli le mani addosso, Giuda il traditore, colui che aveva guidato la ciurmaglia all'assalto del Maestro, ha la spudoratezza di baciare il suo amico e Signore. E' il segno convenuto. Solo in questo momento i soldati riconoscono, nella persona baciata da Giuda, il "nemico". Lui, Gesù, li accoglie mansueto come un agnello. Non è un caso se all'inizio della sua missione egli è stato presentato da Giovanni Battistia come "l'Agnello di Dio".
Colpisce, nella scena rappresentata sopra, la docilità di Gesù verso Giuda che lo vuole baciare. E', forse, l'ultimo tentativo del Nazzareno per portare al pentimento colui che lo ha tradito.