San Gregorio Nazianzeno (330 - 389)
Gregorio “Nazianzeno” nasce verso il 330 ad Arianzo, borgata nei pressi di Nazianzo, dal cui nome deriva il suo appellativo. Consacrato a Dio, fin dalla più tenera infanzia dalla sua piissima madre, Santa Nonna, è inviato a scuola presso Cesarea di Palestina, poi ad Alessandria d'Egitto ed infine ad Atene, dove nasce una grande amicizia con il suo conterraneo San Basilio Magno.
Gregorio rimane per dieci anni nella capitale ellenica, facendo ritorno, verso il 359, in Cappadocia e ricevendo il battesimo, come consuetudine del tempo, all'età di trent'anni.
Comincia a vivere intensamente tra una vita ascetica e lo studio in compagnia dell'amico Basilio, nella solitudine della valle dell'Iris, presso Neocesarea.
Lo incontriamo, successivamente, sempre con il suo grandissimo e fraterno amico Basilio, nella regione del Ponto.
Dopo varie peripezie che lo vedono tornare più volte a Nazianzo, Gregorio è nominato patriarca di Costantinopoli, nomina alla quale non è estranea l'influenza di San Basilio.
Gregorio Nazianzeno eccelle soprattutto come oratore e poeta. Tra le orazioni del "Demostene cristiano" occupano un posto eminente i cinque discorsi teologici che egli pronuncia in difesa della Divinità del Figlio di Dio e dello Spirito Santo nel breve tempo (379-381) in cui regge come vescovo la Comunità ortodossa di Costantinopoli. E proprio per questi discorsi gli viene conferito il titolo onorifico di "Il Teologo".
Gregorio Nazianzeno, Discorsi teologici, 1,1-3
Il mistero della Santissima Trinità
"Celebrare le lodi della divinità o le vie del Dio immenso, governatore dell’universo, è, per l’uomo spinto dall’impulso dello spirito, come attraversare un mare sconfinato a bordo di una zattera o slanciarsi verso il cielo trapunto di stelle con delle piccole ali. Neppure gli spiriti celesti hanno la forza di adorarlo in modo adeguato. Tuttavia, spesso Dio preferisce al dono di una mano troppo ricca l’offerta di una più povera, ma amica. Per questo farò sgorgare il mio canto con piena fiducia...
C’è un solo Dio, senza principio, senza causa. Un solo Dio che non è limitato da nessun altro essere che lo preceda o lo segua. Egli è cinto di eternità, infinito; immenso padre di un Figlio unigenito immenso e buono, non subisce nella generazione del Figlio alcuna limitazione come la subiscono gli esseri umani, perché egli è spirito. Dio unico, ma «altro» - non però per la divinità - è il Verbo di Dio, che è del Padre sigillo vivente. Egli è il solo Figlio di Colui che non ha principio, l’assolutamente unico dell’unico. Egli è identico a colui che è il bene sopra ogni bene; anche se il Padre resta totalmente colui che genera, il Figlio nondimeno è l’autore e il padrone del mondo, forza e intelligenza del Padre... Il tempo esisteva ben prima di me, ma non vi è tempo prima del Verbo, il cui Padre è al di là del tempo. Fin da quando era il Padre, che è senza principio e che raccoglie in sé tutto il divino, fin da allora è anche il Figlio che ha nel Padre il suo principio atemporale, come il fulgore del sole ha per origine il suo globo di risplendente bellezza. Tutte le immagini sono tuttavia inadeguate alla grandezza di Dio... In quanto Dio, in quanto Padre, Dio è Padre immenso. La massima gloria viene a lui dal fatto che la sua adorabile divinità non ha principio. Non è però inferiore la grandezza del Figlio che riceve da un Padre così grande la sua origine... Tremiamo davanti alla grandezza dello Spirito Santo. Anch’egli è ugualmente Dio e per mezzo suo conosciamo Dio. Lo Spirito è Dio che si manifesta, colui che fa nascere Dio quaggiù. Onnipotente, egli effonde molti doni. Ispiratore del coro dei santi, è colui che dà vita agli abitanti del cielo e della terra, colui che siede sull’alto trono. Procede dal Padre, è forza di Dio e agisce di proprio impulso. Lo Spirito non è Figlio - unico infatti è il dolce Figlio di colui che solo è l’altissimo - tuttavia non è al di fuori della divinità invisibile, ma gode della stessa gloria."
Fonte: http://www.vatican.va/spirit/documents/spirit_20021025_nazianzeno_it.html