Nazareth
Nazaret, il giardino della Galilea. In arabo il suo nome è En-Nasirah, in ebraico Nasreth. La città è circondata su tre lati da colline che la racchiudono come in una conca. Anch'essa è costruita su una collinetta delimitata ad ovest da un fiumicello (oggi interrato).
La città non è citata nell'Antico Testamento, tantomeno dallo storico ebreo Giuseppe Flavio. Il nome lo troviamo per la prima volta un' iscrizione appartenente ad alcuni frammenti rinvenuti a Cesarea Marittima, e risalenti al IV - III secolo avanti Cristo.
Era in questa città l'abitazione dei parenti di Maria e la casa di Giuseppe. Le case consistevano in grotte naturali, davanti alle quali venivano aggiunti, altri ambienti in muratura. In questo piccolo mondo tranquillo avvennero i fatti preparatori della nuova storia sacra: l'incontro tra la potenza divina e una pura creatura. Questi fatti restano per noi, in gran parte, avvolti nel mistero. Ma "Il credente (sa) che molte cose si svolsero nel segreto incontro tra Dio e le creature da lui prescelte. Anche se Maria e Giuseppe vollero confidare a qualcuno la loro esperienza, questa esperienza nel profondo restò inesprimibile e inespressa" (Alviero Niccacci, Nazaret nella Storia, Storia di Gesù, Ed. Rizzoli, volume 1 pag. 73-74).
La moderna Basilica dell'Annunciazione è costruita su quella che la tradizione indica come la grotta dell'Annuncio.
Quando gli archeologi hanno cominciato qui le ricerche, pesava su questo luogo un dubbio gravissimo: "la grotta" forse era usata, insieme alle altre, per le sepolture. In tal caso quella che era considerata e venerata come l'abitazione di Maria, non poteva essere autentica. Infatti era assolutamente impossibile che un ebreo, secondo i costumi giudaici, abitasse in un luogo cimiteriale.
Ma la scoperta dei sili domestici, dove le famiglie conservavano le derrate alimentari, il ritrovamento delle cisterne d'acqua, di molte lucernette che servivano ad illuminare il retro delle abitazioni, il rinvenimento delle ceramiche di cucina e dei focolari ricavati ai piedi delle pareti, con la deduzione che le tombe si trovavano fuori del villaggio, dove ora sorgono le abitazioni di recente costruzione, hanno gettato una prima luce sull'autenticità della Casa di Maria.
Anche altre testimonianze sono per l'autenticità di questa grotta, riconoscendo ad essa il luogo di incontro di Maria di Nazareth con l'Infinito.
Innanzitutto ci sono vani scavati nel suolo roccioso, forse adibiti ad usi domestici. Saranno utilizzati, più tardi, per il culto cristiano. Lo testimoniano un battistero e dei graffiti. Sopra questi vani furono innalzati nel tempo ben cinque luoghi di culto: dapprima una chiesa in stile sinagogale, con la facciata rivolta verso Gerusalemme: evidentemente costruita, tra il primo ed il secondo secolo, dalla prima comunità di giudeo-cristiani imparentata con la famiglia di Gesù e Maria. Poi nel V secolo una Chiesa bizantina, quindi un tempio crociato e nel 1730 una chiesa francescana.
Infine la Chiesa attuale sorta nel 1960 a custodia della Grotta dell'Annunciazione e dei resti delle chiese precedenti.
Tra i tanti graffiti incisi, datati verso il II-III secolo, ce n'è uno di grande valore storico: è il XE MAPIA, abbreviazione di Kaire Maria, che significa: Rallegrati Maria. Sono le prime parole in greco dell'Ave Maria. Si tratta, senza dubbio, della più antica invocazione alla Madonna, rinvenuta nella casa stessa dove visse.
Questo antichissimo graffito antecedente di qualche secolo al Concilio di Efeso, che renderà ufficiale il culto a Maria, rovescia le idee di alcuni studiosi i quali affermavano che esso sarebbe stato derivato da un culto ad una divinità femminile pagana (Bellarmino Bagatti, Nazaret nell'archeologia, Storia di Gesù, Ed. Rizzoli, volume 1 pag. 79 ss.).
Quindi la scoperta di questo importantissimo graffito, unita all'intenzione di volere costruire in epoche diverse delle chiese nello stesso medesimo luogo dove è venerata la grotta dell'Annunciazione, nel rispetto delle vestigia più antiche, e la scoperta di arredi ed oggetti di vita familiare oltre che vasche battesimali, disegni ed invocazioni varie, sono un'evidente dimostrazione che in questa grotta, in questa Casa, è avvenuto qualcosa di straordinario e sublime.
Qui, dove i monti di Galilea stanno per congiungersi con la dolcissima e fertile pianura di Esdrelon o Izreel, Il Figlio di Dio si incarna nel seno di Maria.