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Gesù e mammona

   L’atteggiamento di Gesù di fronte al denaro è indubbiamente relativo all’intenzione con la quale questo è visto dall’uomo. Mammona è una parola aramaica che significa "beni" ed indica non solamente beni in denaro. Il termine "Mammona" è utilizzato da Gesù per indicare la personificazione della ricchezza male guadagnata. (Cfr. Dizionario enciclopedico della Bibbia e del mondo biblico, ed. Massimo, p.469 s.).

   Certamente il Rabbi di Nazaret esprime, nei suoi insegnamenti e nei suoi "detti" un giudizio severo criticando la forza seduttrice della ricchezza, dichiarandola un rischio nei riguardi della scelta per la salvezza. E allora si trovano sulle sue labbra parole dure e severe come queste: "Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel Regno di Dio" (Mc 10,23)(Cfr. Mauro Làconi, Anche il ricco può salvarsi, in Storia di Gesù, ed. Rizzoli, vol 4, pag. 1240). 

   Addirittura nel Vangelo secondo Luca troviamo una frase ancora più dirompente di Gesù: "Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete (Lc. 6,24-25). 

    Eppure questo Gesù che chiama con disprezzo la ricchezza con l’epiteto di "mammona", non evita, durante la sua vita pubblica, i ricchi, né si mostra fortemente ribelle nei loro confronti. Appare nel suo comportamento un diverso atteggiamento: giudizio negativo della ricchezza, fino a chiamarla "iniqua ricchezza" (Lc 16,9), e un  dialogo con i ricchi ed i benestanti. Un rapporto che lui molte volte cerca di instaurare, anche nel caso in cui alcuni di questi ricchi non incrociano la propria strada con lui. Nel cuore di Gesù c’è la suprema esigenza di "salvare tutti": ricchi e poveri, potenti e deboli. Anche se i deboli ed i poveri hanno un posto privilegiato nel suo cuore. 

    L’incontro con Zaccheo, a Gerico, è emblematico di questo atteggiamento di Gesù che al di sopra di tutto pone l’uomo nella sua totalità. Entrato in Gerico, [Gesù] attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: <<Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua>>. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: <<E` andato ad alloggiare da un peccatore!>>. Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: <<Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto>>. Gesù gli rispose: <<Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto>> (Lc 19, 1-10). Poco prima Luca aveva "riportato l’episodio del <<notabile>> ricco che proprio perché attaccato alle sue ricchezze si era rifiutato di seguire Gesù (Lc 18, 18-23), e le dure parole di commento da parte del Maestro <<E’ più facile per un cammello [ o gomena? come commenta la Nuovissima versione della Bibbia, n.d.r.] passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel Regno di Dio"(Lc 18,25). Tutto questo contribuiva a creare un caso "difficile" sia per Zaccheo che per Gesù il quale, ovviamente, dopo quelle parole non poteva mostrarsi troppo indulgente verso un ricco. Eppure il <<difficile>>, anzi <<l’impossibile per gli uomini>> (Cfr 8,27), avviene! Cristo non esclude nessuno dal suo regno che è offerto a tutti, ricchi e poveri, a condizione di <<cambiare>> il proprio cuore, cioè di <<convertirsi>>"(Settimio Cipriani, Nutriti dalla parola, anno C, ed. Paoline, p. 373). 

   "Gesù non condanna la ricchezza per sé stessa ma perché essa tende a diventare un idolo, che viene adorato e servito al posto di Dio (Mt 6,24), assorbe energie fisiche e spirituali, rende sordi al richiamo del Regno e alle necessità dei fratelli (Cfr Luca 16,19-31). Chiede la rinuncia ai beni terreni soprattutto come atto d’amore verso i fratelli bisognosi. Per Gesù la ricchezza che non viene in alcun modo messa al servizio degli altri è <<iniqua>> (Luca 16,9). Segno di peccato. 

   Insomma il discorso sulla ricchezza permette a Gesù di sottolineare anche i riflessi di bontà sociale richiesti dalla conversione al Vangelo (Cfr. Mauro Làconi, Anche il ricco può salvarsi, in Storia di Gesù, ed. Rizzoli, vol 4, pag. 1240).