Il Cristianesimo è nato con Gesù di Nazareth, e Gesù ha annunciato il Regno di Dio al mondo. La sua etica inarrivabile e sublime ha indirizzato tutta la Storia umana ad un fine di bene. Nel Suo Messaggio di Salvezza e di amore si riconoscono i due polmoni del mondo cristiano, quello occidentale e quello orientale. Un annuncio, il Suo, che i discepoli dicono ispirato direttamente da Dio perché "Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste"(Gv 1,2-3).
Gesù Cristo ha toccato profondamente la vita di miliardi di esseri umani fino a cambiare, in positivo, il corso stesso della Storia. Ha influenzato l'arte, la cultura, la politica, il sociale, la poesia, il sentire intimo di ogni uomo, specialmente dell'uomo che, di fronte ai grandi interrogativi dell'esistenza, come il dolore e la morte, guarda a Gesù come a Colui che si fa risposta, che indica una via, che dona la pace, che si fa amore e riposo. “Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto”(Gv 1,11). Gesù è stato oggetto di avversione dalla sua nascita alla morte ed anche dopo la morte. Tuttora il suo nome è oggetto di sentimenti diversi e contrapposti. Ma nessuno ha saputo parlare come Lui ha parlato; nessuno ha saputo agire come Lui; nessuno ha saputo operare come Lui, nessuno ha saputo donare sé stesso come Lui. Ancora oggi, a duemila anni di distanza, la sua Parola conserva il fascino originario. I suoi rapporti con l'umanità, con i poveri, i ricchi, i deboli, i potenti, con chi soffre e chi è nel gaudio, sono divenuti "l'emblema della perfezione morale". “Nessuno ha osato dire ciò che Lui ha detto, di essere «Figlio di Dio»; nessuno ha avuto una storia pari alla sua. La sua persona e il suo messaggio hanno influenzato le stesse grandi religioni del mondo. Le sue parole in particolare non hanno eguali. Si è potuto affermare che in Gesù la parola ha raggiunto il massimo della sua intensità e capacità espressiva: si pensi al discorso della Montagna o alle parabole del Regno. Forse anche per questo i discepoli l'hanno salutato come il Lògos, la parola divina diventata carne per comunicarsi agli uomini. Dall'alto dei suoi duemila anni quella parola continua a interpellare. Il 22 ottobre del 1978, dal luogo stesso in cui è la tomba di Simon Pietro, che fu il primo dei discepoli di Gesù, Giovanni Paolo II ha lanciato al mondo l'appello: «Aprite le porte a Cristo, non abbiate paura»” (Piero Rossano, Il Protagonista, Storia di Gesù Rizzoli, volume primo, pagg. VII-VIII).