Natale 2023
CON LA CARICATURA DEL PRESEPE, LA BONINO HA FATTO HARAKIRI
ATTACCANO IL PRESEPE, PER ATTACCARE LA CHIESA CATTOLICA E LO STESSO CRISTIANESIMO
Ci volevano Santi straordinari, come Francesco d'Assisi, Alfonso Maria de' Liguori, Padre Pio da Pietrelcina, e geni creativi come Giotto, come il Maestro dei mesi del chiostro di Santa Sofia a Benevento, come la raffinata arte presepistica Napoletana di San Gregorio Armeno, e come tantissime altre figure anonime della nostra storia, per creare quella Poesia del presepe che la Bonino ha così violentemente deturpato, trasformando, ovvero guastando il presepe con le sue anomale e brutte rappresentazioni. Da una parte, scompare Giuseppe e vicino al bambino ci sono due donne. Da un'altra parte scompare Maria, e vicino al bambino ci sono due uomini.
Donato Calabrese
Che la Bonino e il suo partito PIÙ EUROPA offendessero il presepe e la sensibilità cristiana del nostro popolo, scendendo a un infimo livello etico e morale, sinceramente mi ha deluso dal punto di vista dell’intelligenza politica, e non solo, da parte di una persona che fa politica da tantissimi anni. La Bonino, che conosciamo molto bene per i tantissimi aborti perpetrati, sembra avercela con i valori cristiani, visto che si è permessa di offendere quelli che sono i sentimenti fondamentali del nostro popolo, mostrando, peraltro, anche una non conoscenza (termine eufemistico) di quella che non è un insieme di tradizioni - come ha fatto scrivere sui quattro presepi, quattro, pubblicati a destra e a manca; quanto una religione bimillenaria, e ancora di più biblica, visto che estende le sue radici fino all'epoca di Abramo e dei patriarchi, quindi molto prima che la Bonino nascesse, ed è destinata a durare molto, molto di più dell'esperienza storica della pasionaria di sinistra.
Stavolta, però, mi ha disgustato profondamente. Dico io: “Ce l'hai con il Cristianesimo e con la Chiesa Cattolica. Va bene. Ma tienitelo per te. Non si può certamente essere graditi a tutti, né amati da tutti. Lo stesso Divino Fondatore della nostra fede (per me è il Figlio di Dio, e le prove sono così lampanti che solo chi non vuol vedere, non le vede”, è stato attaccato dai leader religiosi del suo popolo, Israele, ed è stato messo a morte. Eppure, con la sua Parola e con gli eventi straordinari: “miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso ha fatto per opera sua”, ha toccato profondamente la vita di miliardi di esseri umani fino a cambiare, in bene, il corso stesso della Storia umana. Gesù ha influenzato la religione, la filosofia, l’arte, la cultura, la politica, il sociale, la poesia, i sentimenti dell’umanità, e specialmente coloro che, di fronte ai grandi interrogativi dell’esistenza, come il dolore, il male, e la morte, ascoltano la Sua Parola, e ripensano ai suoi Segni che donano un senso, una speranza, alla vita umana, perché mai nessuno ha mai saputo parlare come Lui, e mai nessuno ha fatto ciò che ha fatto Lui. Nessuno ha osato dire ciò che Lui ha detto, di essere «Figlio di Dio»; nessuno ha avuto una storia pari alla sua.
Ancora oggi il suo messaggio conserva inalterato il fascino originario. Le sue parole in particolare non hanno eguali. Si è potuto affermare che in Gesù la parola ha raggiunto il massimo della sua intensità e capacità espressiva: si pensi al discorso della Montagna o alle parabole del Regno. Forse anche per questo i discepoli l’hanno salutato come il Lògos, la parola divina divenuta carne per comunicarsi agli uomini.
Le parole di Gesù non hanno eguali: ecco il primo contrassegno della bellezza di un messaggio che ancora oggi, dopo duemila anni, si distingue da tutti i pensieri, le idee, gli insegnamenti che si sono succeduti in questo breve, ma indubbiamente significativo, arco temporale della storia umana. Un messaggio che ha conservato inalterato il suo fascino primordiale. Nonostante l’immane marea invasiva della comunicazione di massa che ha reso il nostro pianeta un villaggio globale, la Parola di Gesù si distingue nettamente per la bellezza intrinseca del contenuto e per la risposta che offre ai grandi interrogativi dell’uomo, sicché ognuno trova risposta, rifugio, conforto, speranza, bellezza, in questa parola che tocca intimamente i cuori. Uno gnostico come André Gide ha detto: “Non perché mi sia stato detto che tu eri figlio di Dio, ascolto la tua parola: ma la tua parola è bella al di sopra di ogni parola umana, e da ciò riconosco che sei il figlio di Dio”. “Non avessi conosciuto il Cristo – ha scritto François Mauriac - Dio sarebbe stato un vocabolo vuoto di senso. Il Dio dei filosofi non avrebbe avuto alcun posto nella mia vita morale. Era necessario che Dio si immergesse nell’umanità, che in un preciso momento della storia... un essere umano, fatto di carne e di sangue, pronunciasse certe parole, compisse certi atti, perché io mi gettassi in ginocchio...”. “Sì, se la vita e la morte di Socrate sono quelle di un saggio, la vita e la morte di Gesù sono quelle di un Dio”, così Jean Jacques Rousseau. Chiudiamo, infine, questa serie di citazioni con due felici espressioni di Ernest Renan e David Flusser. Il primo ha posto per iscritto che “La storia intera risulta essere incomprensibile senza Gesù Cristo”, mentre il secondo, storico e biblista israeliano, studioso di storia del primo Cristianesimo e del Giudaismo del Secondo Tempio all’Università ebraica di Gerusalemme, ha affermato che: “il comandamento dell’amore dei nemici resta la proprietà esclusiva di Gesù”.
Stavolta la Bonino è scesa giù, giù, nel disprezzo contro i valori etici, morali, e religiosi del popolo italiano che, malgrado tutto, è cristiano in maggioranza. In più, ha disprezzato quanto di più bello e buono e santo è nato all'interno di questo popolo. Ci volevano Santi straordinari, come Francesco d'Assisi, Alfonso Maria de' Liguori, Padre Pio da Pietrelcina, e geni creativi come Giotto, come il Maestro dei mesi del chiostro di Santa Sofia a Benevento, come la raffinata arte presepistica Napoletana di San Gregorio Armeno, e come tantissime altre figure anonime della nostra storia, per creare quella Poesia del presepe che la Bonino ha così violentemente deturpato, trasformando, ovvero guastando il presepe con le sue anomale e brutte rappresentazioni. Da una parte, scompare Giuseppe e vicino al bambino ci sono due donne. Da un'altra parte scompare Maria, e vicino al bambino ci sono due uomini. E mi fermo qui.
Stavolta la Bonino l’ha fatta grossa. Talmente grossa che qualcuno lascia il suo partito come Anita Likmeta che ha dichiarato: “... Per questo, sinceramente, ho trovato il post di +Europa (il partito della Bonino) di una stupidità disarmante. Meglio: mi ha fatto capire il malinteso per cui mi ero iscritta nel dicembre 2022 e il motivo per cui in quel partito non posso restarci un minuto di più”.
Brava Bonino! continua così! Saranno i cittadini a fare il distinguo! E ricorda: malgrado le coscienze calcificate, c'è sempre un barlume di bene nel nostro popolo. E quel barlume sarà una sconfitta per te e per tutti coloro che si battono per vincere, senza riuscirci, chi? Non un partito; non un movimento culturale o politico; ma un’intera Comunità di persone che ha affidato la propria vita all’umile carpentiere di Nazareth. Lui ha dato loro un grande Segno di Speranza, risorgendo dai morti.
Tu che offrirai a questo popolo? Un presepe con due uomini, o due donne, o altro?
Sei destinata alla sconfitta! Innanzitutto nell'agone della vita! E poi di fronte alla morte! Ma hai ancora tempo per redimerti!
Questa è la Bellezza autentica del Cristianesimo.